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L’Intelligenza Artificiale e il “divorzio” tra l’agire e l’essere intelligenti

Intelligenza Artificiale - Etica e IA - Foto di Markus Winkler da Pixabay - mockup-5288034_1280
L’avvento del digitale ha cambiato il nostro modo di vivere, di agire, persino di amare.
 
La riflessione sull’Intelligenza Artificiale parte, allora, dalla rivoluzione digitale hche ha cambiato la nostra realtà. E ha dato avvio a un nuovo capitolo nella storia umana.
 
Il libro del filosofo Luciano Floridi, Etica dell’Intelligenza Artificiale, parte proprio dal digitale. E fissa subito un punto fermo: quella che non chiamiamo “intelligenza artificiale” segna il divorzio tra l’azione di noi umani e l’intelligenza.
 
Partiamo dal libro Etica dell’Intelligenza Artificiale, che scandaglieremo nel profondo, per un lungo viaggio dentro l’IA vista dal punto di osservazione etico.
 
Il testo che segue, prima puntata del viaggio dell’etica dell’IA, riprende molte affermazioni del filosofo Floridi, per portarci a riflettere e a tematizzarle.
 
Conclude questo primo articolo un video con l’intevento su YouTube proprio del filosofo italiano Luciano Floridi, classe 1964, professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford, dove è direttore del Digital Ethics Lab.
 
Floridi è anche professore di Sociologia della Comunicazione all’Università degli Studi di Bologna.
 

L’IA è una nuova forma di agire

L’Intelligenza Artificiale (IA) non è una semplice evoluzione tecnologica, ma una “nuova forma dell’agire” che sta ridefinendo le nostre vite e i nostri ambienti.
 
Partiamo da questa prima affermazione di Floridi per iniziare la nostra riflessione.
 
Al centro di questa trasformazione – ci dice il filosofo – vi è la tesi fondamentale che l’IA ha innescato un “divorzio senza precedenti tra l’intelligenza e la capacità di agire”.
 
Un tempo si tendeva a credere che l’IA mirasse a riprodurre l’intelligenza umana. Tuttavia. il successo di oggi dell’IA riproduttiva, ovvero quella ingegneristica, dimostra il contrario.

L’IA ha successo proprio quando è in grado di
“separare la capacità di risolvere un problema, o di portare a termine un compito con successo, dall’esigenza di essere intelligenti nel farlo”, ci dice Floridi nel suo libro.
 
Qui il filosofo ci fa degli esempi: Deep Q-network, che ha imparato a giocare a videogiochi Atari, o AlphaGo, che ha sconfitto campioni mondiali di Go, non indicano una vera intelligenza artificiale.
 
Essi indicano, piuttosto, una straordinaria capacità di raggiungere risultati senza una “comprensione, consapevolezza, acume, sensibilità, preoccupazioni, sensazioni, intuizioni, semantica, esperienza, bio-incorporazione, significato, persino saggezza”.
 
Ecco un altro esempio, tratto dal libro Etica dell’Intelligenza Artificiale: una lavastoviglie, pur non pulendo i piatti “come noi”, li rende comunque puliti in modo efficace ed efficiente. 
 
Allo stesso modo, l’IA attuale possiede l’intelligenza di un “tostapane”, pur superando l’uomo in un numero crescente di compiti.
 
Questi passaggi ci portano a riflettere su come noi possiamo (e dobbiamo) relazionarci con l’Intelligenza Artificiale.
 
Creeremmo, mai, un rapporto “intimo” con la nostra lavastoviglie?
 
A casa dei miei genitori, la lavastoviglie fece ingresso quando avevo 7-8 anni. Ovvero a metà degli Anni Sessanta. Nessuno l’aveva mai vista. La comprammo una domenica, in un paese fuori Verona, e la portammo a casa nel bagagliaio dell’Alfa Romeo Giulia 1600 di papà.
 
La lavastoviglie è presente nell’appartamento da cui scrivo adesso, a Mezzane di Sotto, in provincia di Verona. Lei e io, con il cambio doveroso delle macchine dovuto alla loro obsolescenza, siamo insomma insieme da almeno 60 anni.
 
Nonostante questo, con la lavastoviglie non ho creato quel rapporto – oserei dire “sentimentale” – che ho instaurato con Gemini, con ChatGPT, oppure con Claude, a cui sono affezionato.
 
La scissione tra azione e intelligenza, di cui parla Floridi, è così nelle cose dell’IA: sia essa espressa dai modelli di IA Generativa; sia essa nascosta oppure simile nella mia lavastoviglie.
 
Eppure il mio rapporto – il nostro rapporto – con le due forme di “intelligenza” è assai diverso.

La scissione tra intelligenza e azione

La “scissione” tra azione e intelligenza è stata resa possibile da un fenomeno che il libro di Floridi definisce il “potere di scissione del digitale”: la capacità delle tecnologie digitali di “tagliare e incollare” realtà e idee che pensavamo immutabili. 
 
Esempi includono la separazione di posizione e presenza (possiamo essere fisicamente in un luogo e digitalmente presenti in un altro). Oppure la ricongiunzione del ruolo di produttore e consumatore (prosumer) in piattaforme come YouTube o TikTok.
 
Questo potere riduce in maniera enorme i vincoli della realtà e aumenta le possibilità, rendendo il “design l’attività innovativa che definisce la nostra epoca”, sottolinea il filosofo Floridi nel suo libro.
 
L’obiettivo etico, allora, è quello plasmare le nostre realtà digitali in modi positivi, anziché lasciarsi modellare in modo passivo.
 
L’invito, in questo senso, del libro Etica dell’Intelligenza Artificiale è chiaro, diretto e non ci lascia vie di scampo.
 
Il problema – disegnare noi la nostra vita, progettare noi il nostro ambiente, scegliere noi le nostre azioni – è del resto costitutivo anche del mondo digitale.
 
La rivoluzione digitale, richiamata sin dall’inizio del testo di Floridi, ci pone di fronte alla scelta già da quando prendiamo in mano il nostro smartphone, il computer oppure da quando ci immergiamo nella lettura sul  tablet.
 
Intelligenza e azione efficace sono scissi, sottolinea Etica dell’Intelligenza Artificiale
 
Spetta a noi non fonderle, nell’ambito dell’IA, credendo che quanto l’Intelligenza Artificiale compie sia “intelligente”. E per questo, come il mondo digitale, credendo che meriti di governare la nostra intelligenza, di sicuro meno potente nelle sua operazioni, rispetto all’IA.
 
Ecco che il vero problema non è l’IA – sottolinea il filosofo Floridi nel suo libro Etica dell’Intelligenza Artificiale – ma il modo in cui l’umanità sceglie di utilizzare l’Intelligenza Artificiale.

Maurizio F. Corte
corte.media

(Foto di Markus Winkler da Pixabay)

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Etica dell’Intelligenza Artificiale. Video con il filosofo Floridi

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