La povertò educativa non è solo una questione economica. È una privazione di opportunità che può ipotecare intere esistenze.
Associazioni governative (e non) ci aggiornano sulla situazione dei bambini nel mondo e propongono delle soluzioni. Vi sono, però, anche tante associazioni silenziose che operano e fanno la loro parte pur essendo poco conosciute.
Spesso, quando pensiamo alla povertà, immaginiamo una mancanza di risorse materiali. La povertà educativa, invece, va oltre.
È la privazione per i bambini e gli adolescenti delle opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare le proprie capacità e i propri talenti, e di realizzare i propri sogni.
Non si manifesta solo nell’assenza di libri o di accesso a scuole di qualità, ma anche nella carenza di stimoli culturali, nella difficoltà ad accedere ad attività sportive o ricreative, nella mancanza di un ambiente familiare supportivo e di reti sociali che favoriscano la crescita.
Come sottolinea Save the Children, una delle organizzazioni più attive su questo fronte, la povertà educativa si configura come “la deprivazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità e talenti, di avere accesso a conoscenze, a percorsi educativi e formativi di qualità, di partecipare alla vita culturale e sociale” (Save the Children Italia, “Atlante dell’Infanzia a Rischio”, varie edizioni).
È, quindi, un concetto multidimensionale che ingloba fattori economici, sociali e culturali.
I numeri della povertà educativa in Italia
L’Italia, purtroppo, non è immune da questo fenomeno. I dati relativi alla povertà educativa dipingono un quadro allarmante, mostrando come ampie fasce della popolazione giovanile siano a rischio di esclusione.
Secondo i più recenti rapporti di Save the Children e di altri enti di ricerca come l’Istat, i numeri sono significativi:
- Dispersione scolastica: l’Italia presenta ancora tassi di abbandono scolastico precoci superiori alla media europea. Nonostante i progressi, molti giovani non completano il percorso di studi, limitando le loro prospettive future. Ad esempio, l’ISTAT rileva percentuali di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno al massimo la licenza media e non sono in formazione (early leavers from education and training). Questi numeri, pur con lievi fluttuazioni, rimangono motivo di preoccupazione.
- Povertà minorile: la correlazione tra povertà economica e povertà educativa è fortissima. Le famiglie in difficoltà economica faticano a garantire ai propri figli l’accesso ad attività extrascolastiche, a supporti didattici e, in alcuni casi, anche a un’alimentazione adeguata che favorisca la concentrazione e l’apprendimento. L’ISTAT riporta dati sulla povertà assoluta e relativa che includono un’alta percentuale di minori.
- Divari territoriali: le disuguaglianze nell’accesso alle opportunità educative sono marcate tra Nord e Sud Italia. Le regioni meridionali, in particolare, registrano indici più elevati di povertà educativa, con minori servizi, meno infrastrutture e maggiori difficoltà socioeconomiche. Questo è un dato costante nei rapporti sul divario Nord-Sud del Paese.
- Carenza di opportunità extracurricolari: molti bambini e ragazzi, specialmente quelli provenienti da contesti svantaggiati, non hanno accesso a corsi di musica, sport, teatro, gite culturali o altre attività che arricchiscono il bagaglio di esperienze e stimolano lo sviluppo cognitivo e sociale.
Questi dati ci ricordano che la povertà educativa non è un problema marginale, ma una piaga che richiede interventi urgenti e coordinati.
Progetti per far fronte alla povertà educativa in Italia
Molte organizzazioni e istituzioni sono impegnate nel contrasto alla povertà educativa. Ecco alcuni esempi di interventi e progetti che mirano a colmare i divari:
- Punti Luce e Spazi Mamme (Save the Children): queste iniziative offrono spazi ad alta densità educativa in quartieri svantaggiati, dove bambini e adolescenti possono usufruire di doposcuola, laboratori creativi, attività sportive e culturali, supporto psicologico e orientamento. Sono luoghi di aggregazione e crescita fondamentali per le comunità.
- Fondi per il contrasto alla povertà educativa minorile (Con i Bambini Impresa Sociale): attraverso i fondi derivanti dalle fondazioni bancarie, “Con i Bambini” promuove e finanzia numerosi progetti sul territorio nazionale, volti a sostenere l’educazione dei minori in contesti di disagio, con focus sulla prima infanzia, l’adolescenza e la prevenzione della dispersione scolastica.
- Programmi di mentoring e tutoraggio: diverse associazioni e scuole implementano programmi in cui volontari o studenti universitari offrono supporto didattico e motivazionale a ragazzi in difficoltà, fungendo da figure di riferimento positive.
- Potenziamento dell’offerta formativa nelle scuole: numerosi progetti ministeriali e regionali mirano a rafforzare l’offerta formativa delle scuole, in particolare in aree a rischio, attraverso l’introduzione di nuove metodologie didattiche, laboratori innovativi e percorsi di orientamento.
Questi e molti altri progetti dimostrano che un impegno collettivo è possibile e necessario per garantire a ogni bambino il diritto a un’educazione di qualità.
La povertà educativa nel mondo: una sfida globale
La povertà educativa non è un problema solo italiano, ma una sfida di portata globale che affligge milioni di bambini e giovani in ogni continente.
Le sue manifestazioni e le sue cause possono variare, ma l’impatto devastante è universale.
- Paesi in via di sviluppo: in molte parti dell’Africa subsahariana, del Sud Asia e dell’America Latina, milioni di bambini non hanno accesso a scuole primarie di base, spesso a causa della mancanza di infrastrutture, insegnanti qualificati, materiali didattici e, in alcuni casi, conflitti o disastri naturali. L’Unicef e l’Unesco sono tra le principali fonti di dati e analisi su questo fronte.
- Disuguaglianze di genere: in diverse culture, le bambine e le ragazze sono discriminate nell’accesso all’istruzione, con conseguenze a lungo termine sulla loro autonomia e sul benessere delle comunità.
- Conflitti e crisi umanitarie: le guerre e le emergenze umanitarie interrompono l’istruzione, costringendo i bambini a fuggire dalle proprie case e a interrompere i percorsi formativi, lasciandoli in situazioni di estrema vulnerabilità.
- Accesso al digitale: la cosiddetta “digital divide” è un’altra forma di povertà educativa a livello globale. Molti bambini e ragazzi non hanno accesso a internet o a dispositivi digitali, precludendo loro l’accesso a risorse educative online sempre più fondamentali.
Organizzazioni come Unicef, Unesco, World Bank e molte Ong internazionali lavorano per garantire il diritto all’istruzione a ogni bambino, ovunque si trovi.
Nel vasto panorama delle sfide globali, la povertà educativa e sociale emerge come un ostacolo imponente alla crescita di milioni di bambini e giovani.
È in questo contesto che operano organizzazioni internazionali e associazioni di livello nazionle.
Va così fatto notare che a battersi contro la povertà educativa e sociale brillano realtà come Centofarfalle, una piccola associazione veronese con un grande cuore, che lavora con incisività in Kenya.
Su Centofarfalle puoi leggere l’articolo che le abbiamo dedicato: Centofarfalle contro la povertà educativa e sociale.
Roberta Cellore
- Roberta Cellore è la curatrice dei libri Cara Adozione (2016) e Cara Adozione 2 (2022) editi da ItaliaAdozioni. Puoi trovare i libri sul sito di ITALIAADOZIONI
