Social Justice Journalism Project in Liberia. Ovvero la formazione delle giovani giornaliste per il cambiamento sociale e politico della Liberia, Paese africano segnato da povertà, corruzione, emergenza democratica.
Il progetto Social Justice Journalism Project è di Graziana Solano, giornalista italiana indipendente, collaboratrice di testate giornaliste internazionali di alto profilo, come El Pais e L’Espresso.
Qui di seguito la storia sua e del suo progetto. E il link alla raccolta fondi per continuare a portarlo avanti con l’aiuto delle donazioni.
Il giornalismo sociale in Liberia
In un’aula del College of West Africa a Monrovia, quindici giovani studenti attendono con gli occhi che brillano di aspettativa. Quattordici di loro sono donne.
È il 2024 e la giornalista italiana Graziana Solano sta per iniziare un corso di giornalismo sociale che cambierà per sempre la loro visione del mondo.
Quello che nessuno immagina è che questo progetto, nato da un sogno di Graziana, diventerà presto una necessità urgente per sopravvivere ai tagli di finanziamento che stanno danneggiando la Liberia.
Il sogno che diventa realtà
Come semi che germogliano su terreno fertile, l’idea nasce dall’incontro tra la passione di Graziana Solano per il giornalismo sociale e l’intuizione che in Liberia le donne abbiano storie potenti da raccontare, ma spesso non hanno gli strumenti per farlo.
Il primo viaggio della reporter italiana in Africa, nell’aprile 2024, si trasforma subito in un reportage sugli aborti clandestini nelle aree rurali, pubblicato poi su un quotidiano nazionale italiano.
Ma è quando Graziana Solano entra per la prima volta in quell’aula di Monrovia che comprende la vera portata della sua missione.
Quelle quattordici ragazze non sapevano definire cosa fosse la giustizia sociale, eppure percepivano d’istinto l’importanza di un giornalismo che metta l’essere umano al centro. Un giornalismo che funga da ponte tra chi detiene il potere e chi ne è escluso ogni giorno per tutti i giorni.
“Per loro era un’opportunità enorme”, racconta Graziana Solano. “Erano ragazze brillanti e appassionate, con un linguaggio raffinato, custodi di conoscenze che volevano solo espandere”.
Il progetto che cambia tutto
Da quel momento di rivelazione nasce un progetto ambizioso: creare un programma strutturato per supportare le giovani giornaliste liberiane, dalle aspiranti reporter a quelle già attive sul campo.
Dopo sei mesi di lavoro, l’USAID (l’ente Usa che sostiene i progetti sociali nel mondo) approva il finanziamento per un progetto di 20 mesi del valore di 200.000 dollari.
Il progetto si articola in tre fasi principali:
- la formazione di un nucleo di giovani giornaliste liberiane attraverso un workshop intensivo di 48 ore;
 - l’espansione: queste formatrici certificate avrebbero dovuto addestrare altre 20 studentesse di giornalismo in cinque contee della Liberia;
 - il lavoro sul campo con reportage su temi cruciali come il lavoro minorile, la discriminazione sui luoghi di lavoro contro le persone con disabilità e le vittime di guerra
 
I risultati iniziali sono promettenti. Il primo gruppo di donne giornaliste completa con successo la formazione; e riceve i certificati di completamento del corso.
Una di loro scatta la sua prima foto indipendente: un bambino di 12 anni costretto a lavorare, mandato dai genitori a vivere con il suo datore di lavoro per pagare le tasse scolastiche.
È l’immagine di una realtà che queste giovani reporter sono pronte a documentare.
La tempesta che spezza i sogni
Come un tornado improvviso che devasta un raccolto maturo, l’amministrazione Trump decide di chiudere il 90% dei progetti USAID in Liberia, incluso quello di Graziana Solano.
Dopo soli due mesi di attività, il progetto viene interrotto. Le storie che le giornaliste stavano sviluppando rimangono incompiute, sospese nel vuoto come note perse sul pentagramma.
L’impatto di questi tagli si estende ben oltre il singolo progetto.
La Liberia è il Paese più colpito al mondo in termini di PIL da queste riduzioni di finanziamento, con effetti devastanti sulle popolazioni più vulnerabili, in particolare donne e bambini.
I numeri che raccontano l’urgenza
Le statistiche sulla Liberia dipingono un quadro che richiede interventi urgenti.
L’indice di disuguaglianza di genere della Liberia è di 0,646, posizionando il Paese africano al 167° posto su 177 nazioni.
I dati della Banca Mondiale mostrano un tasso di alfabetizzazione del 62,7% per gli uomini liberiani. Quello delle donne si ferma al 34,1%.
Il 74% delle donne liberiane lavora in modo precario secondo il World Economic Forum. In questo modo viene limitata la loro indipendenza economica e le opportunità di lavoro strutturato.
Nel 2021, il 52% delle gravidanze erano non pianificate, portando al 35% di aborti. Questi numeri non sono semplici statistiche: rappresentano vite umane che necessitano di essere raccontate e tutelate.
La rinascita: un appello per il futuro
Oggi Graziana Solano lancia una campagna di crowdfunding per salvare il progetto, trasformando una battuta d’arresto in un’opportunità di resilienza.
L’obiettivo è quello di tornare ad assumere le tre giovani giornaliste liberiane; e permettere loro di formare 20 studentesse di giornalismo in cinque contee della Liberia.
Il progetto riprogettato si basa su un modello sostenibile: creare una rete autosufficiente di difensori dei diritti umani e reporter di giustizia sociale.
Le partecipanti riceveranno uno stipendio mensile equo. Alla fine del progetto, tutte le attrezzature tecniche – registratori, fotocamere e laptop – saranno trasferite a loro, permettendo di continuare il lavoro come giornaliste indipendenti.

Partnership strategica per il cambiamento
Al centro del progetto c’è la partnership con Mmonbeydo Joah, avvocata, femminista e una delle voci più influenti per i diritti delle donne in Liberia.
Come leader dell’Organization for Women and Children (ORWOCH), Joah ha dedicato la sua vita a garantire che tutti possano vivere liberi dalla violenza.
La sua leadership ha già portato a cambiamenti critici, inclusa la sua efficace attività di lobbying per la legge sulla violenza domestica del 2019.
Un tipo di formazione innovativa
Il metodo giornalistico di Graziana Solano va oltre le semplici categorie, quelle che confinano una storia nei ruoli semplificati di buono o cattivo, vittima o criminale.
“La verità raramente è così chiara”, spiega Graziana. “Spesso si trova nel mezzo, nelle aree grigie. È mia ferma convinzione che i nostri lettori e le nostre lettrici abbiano il diritto a una storia nella sua forma più completa e complessa“.
Un esempio eloquente di questo approccio è il suo ultimo reportage – pubblicato da El Pais – sulle donne liberiane che sopravvivono vendendo la mortale droga Kush, dimostrando come anche nelle situazioni più difficili sia possibile trovare umanità e complessità.
Voci che cambiano il mondo
Le testimonianze delle partecipanti al progetto parlano da sole. Laymah Kollie racconta: “Quello che ho apprezzato davvero è stato far parte di un gruppo di donne tutte concentrate sui problemi di giustizia sociale. Sapere che questi problemi spesso colpiscono in modo sproporzionato le donne ha reso quel focus ancora più significativo”.
Christine Sajery aggiunge: “Questo corso si distingue davvero. È la prima formazione intensiva sulla giustizia sociale che ho avuto da quando ho iniziato nel giornalismo. L’approccio pratico è stato prezioso”.
Il progetto non si limita alla formazione: mira a trasformare le storie personali di ingiustizia sociale in potenti strumenti di advocacy e cambiamento.
Lo fa attraverso una strategia di comunicazione multipiattaforma, che include pubblicazioni sui giornali nazionali, stazioni radio locali, campagne di sensibilizzazione nelle scuole e collaborazioni con Ong liberiane.

Guardando al futuro: semi di speranza
In un mondo dove l’informazione spesso si concentra su scandali politici transienti, il progetto Social Justice Journalism Project, di Graziana Solano, rappresenta un faro di speranza per colmare il pericoloso abisso tra istituzioni e cittadini.
Le giovani giornaliste liberiane stanno imparando a raccogliere testimonianze dirette.
Stanno imparando a creare narrazioni coinvolgenti e ad amplificare le voci emarginate su temi cruciali: la violenza di genere, la tratta di esseri umani, il lavoro minorile e le mutilazioni genitali femminili.
Ogni dollaro donato non salva solo un progetto, ma sostiene in via diretta uno dei gruppi più colpiti dai recenti cambiamenti: le donne, la loro educazione e il loro futuro.
Queste giovani giornaliste sono pronte a diventare professioniste dell’informazione e a cambiare il volto dell’informazione in Liberia, una storia alla volta.
E tutti noi sappiamo quanto ci sia bisogno di un modo diverso di fare giornalismo.
Maurizio F. Corte
(Nel lavorare all’articolo, l’autore si è avvalso del modello di Intelligenza Artificiale Claude)
- Maurizio F. Corte, giornalista professionista, scrittore per i media e media educator, è docente a contratto di Comunicazione Interculturale nei Media al Centro Studi Interculturali dell’Università di Verona e coordinatore didattico del Master in Intercultural Competence and Management
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Come donare al progetto del giornalismo di giustizia sociale in Liberia. Ecco il link alla pagina su GoFundMe:
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