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“Comunicazione: messaggio e relazione”. Scheda informativa

Comunicazione e Relazione - Foto di Sasin Tipchai da Pixabay - students-1822449_1280

La capacità di comunicare in modo efficace rappresenta una competenza cruciale per il successo personale e professionale.

Sebbene spesso ci si concentri sul cosa viene comunicato, la Scuola di Palo Alto, un punto di riferimento fondamentale nella psicologia della comunicazione, pone un’enfasi significativa sul come avviene la comunicazione.

Evidenzia, così, il ruolo primario della relazione nel qualificare il contenuto del messaggio.

Il modo in cui si comunica, insomma, determina il significato che il destinatario del nostro comunicare dà al messaggio che gli mandiamo.

Professionisti e comunicazione

Comprendere questa dinamica è essenziale per i professionisti che desiderano affinare le proprie interazioni. E che vogliono raggiungere i propri obiettivi con maggiore efficacia.

Secondo gli studiosi della Scuola di Palo Alto, ogni comunicazione possiede un aspetto di contenuto (il messaggio verbale, i dati, le informazioni trasmesse) e un aspetto di relazione (il modo in cui i comunicanti si definiscono reciprocamente e la qualità della loro interazione).

Il secondo assioma della comunicazione umana – messo a punto dalla Scuola di Palo Alto – sancisce proprio questo: “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione di modo che il secondo classifica il primo”.

Il modo in cui un messaggio viene espresso e ricevuto è influenzato in profondità dalla natura della relazione tra gli interlocutori.

Consideriamo un semplice esempio: una madre che dice al figlio “Vai a fare il bagno”. A livello di contenuto, il messaggio è chiaro: si richiede un’azione specifica.

Tuttavia, l’aspetto relazionale definisce questa comunicazione.

Il tono di voce può essere autoritario, gentile, paziente.

L’espressione del volto e il contesto (il figlio sta giocando sporco oppure è ora di andare a dormire) veicolano informazioni sulla relazione madre-figlio (superiore/subordinato) e sul significato implicito del messaggio.

Lo stesso contenuto – espresso con un tono diverso – potrebbe avere un impatto assai differente.

Cosa comunichiamo e come comunichiamo

Questa prospettiva implica che, spesso, il “come comunichiamo” può essere più determinante del “che cosa comunichiamo” .

Persino contenuti condivisibili e ragionevoli possono essere osteggiati se la relazione tra i comunicanti è tesa o mal definita.

In contesti professionali, un’idea brillante presentata con arroganza o mancanza di rispetto potrebbe essere respinta.

Al contrario, un suggerimento meno innovativo – ma comunicato in modo collaborativo e attento alla relazione – potrebbe ottenere maggiore successo.

Comunicare sulla comunicazione

Un concetto chiave legato all’aspetto relazionale è la meta-comunicazione, ovvero la capacità di comunicare sulla comunicazione stessa.

Essa permette di esplicitare e affrontare le dinamiche relazionali che influenzano lo scambio comunicativo.

Quando sorgono incomprensioni o conflitti, spesso è più utile meta-comunicare, cioè parlare della relazione, piuttosto che insistere unicamente sul contenuto.

Ad esempio, in un team di lavoro dove un membro si sente sempre ignorato, insistere nel ripetere le proprie idee (contenuto) potrebbe non essere efficace.

Potrebbe invece essere efficace l’esprimere il proprio disagio per la dinamica di esclusione (relazione). In questo modo, si comunica sugli scambi comunicativi, chiarendo ciò che si prova.

La punteggiatura degli eventi

Un altro aspetto cruciale evidenziato dalla Scuola di Palo Alto è la punteggiatura della sequenza di eventi comunicativi.

La comunicazione è un flusso continuo di scambi, e il modo in cui i partecipanti “punteggiano” questa sequenza (cioè, come interpretano l’inizio e la fine delle azioni e reazioni) è determinato dalla loro relazione.

Conflitti tra le persone – a livello quindi di relazione – possono nascere proprio da diverse interpretazioni di questa sequenza.

Ad esempio, in una coppia, uno potrebbe interpretare il proprio ritiro come una reazione al broncio dell’altro, mentre quest’ultimo potrebbe vedere il proprio broncio come una risposta al ritiro del partner.

Riconoscere queste diverse “punteggiature” della comunicazione e meta-comunicare su di esse è fondamentale per risolvere i conflitti.

Comunicazione analogica e digitale

È importante sottolineare che l’aspetto relazionale della comunicazione è spesso veicolato attraverso il modulo analogico, che comprende la comunicazione non verbale: tono di voce, espressioni facciali, gesti, postura.

Questi segnali non verbali, sebbene spesso meno espliciti del linguaggio digitale (le parole), sono potenti indicatori della relazione e possono generare, con facilità, fraintendimenti se non congruenti con il contenuto verbale.

I professionisti dovrebbero pertanto essere consapevoli della propria comunicazione non verbale. E prestare attenzione a come il linguaggio non verbale possa influenzare la percezione del loro messaggio.

Un tono di voce scostante o un’espressione annoiata possono sminuire anche il contenuto più valido.

Come migliorare la propria comunicazione

Ai professionisti che desiderano migliorare la propria comunicazione, la prospettiva della Scuola di Palo Alto offre una serie di spunti pratici fondamentali.

Vediamoli:

  • Sviluppare la consapevolezza della dinamica contenuto-relazione in ogni interazione. Chiediamoci sempre: qual è il mio obiettivo di contenuto? Come la relazione sta influenzando il modo in cui sto comunicando? Quali segnali non verbali sto inviando al mio interlocutore?
  • Prestare attenzione alla prospettiva dell’altro. Cerchiamo sempre di vedere in modo onesto le cose dal punto di vista del nostro interlocutore. Come si sentirà, l’altra persona, ricevendo questo messaggio in questo modo? Si tratta, quindi, di decentrarsi rispetto al proprio io.
  • Quando sorgono difficoltà, non focalizziamoci soltanto sul contenuto. Se percepiamo tensione, incomprensione o resistenza, proviamo a meta-comunicare sulla relazione. Esprimiamo le nostre percezioni e chiediamo chiarimenti sul punto di vista dell’altro.
  • Utilizziamo la comunicazione non verbale in modo congruente con il nostro messaggio verbale. Assicuriamoci che il nostro tono di voce, le espressioni facciali e i gesti supportino il contenuto che stiamo trasmettendo. L’entusiasmo nel verbale dovrebbe riflettersi nel non verbale.
  • Ascoltiamo in modo attivo. Dimostriamo interesse per ciò che l’altro sta dicendo, sia a livello di contenuto che di relazione: in questo modo, si favorisce un clima di fiducia e collaborazione. Facciamo domande, annuiamo, manteniamo il contatto visivo.
  • Siamo consapevoli della “punteggiatura” nella comunicazione. Riconosciamo il fatto che diverse persone possono interpretare la sequenza degli eventi in modo diverso, a seconda della loro prospettiva relazionale. Cerchiamo, così, di comprendere il punto di vista dell’altro sulla dinamica della comunicazione.
  • Ricordiamo sempre che la comunicazione è un processo interattivo. Il significato emerge dallo scambio tra i partecipanti. Per questo è importante essere flessibili e aperti alla negoziazione del significato e della relazione.

La Scuola di Palo Alto ci ricorda, così, che la comunicazione non è solo uno scambio di informazioni, come tra due computer. È invece un processo relazionale nella sua essenza.

Per i professionisti, comprendere e gestire in modo consapevole l’aspetto relazionale della comunicazione è fondamentale.

È fondamentale per costruire rapporti solidi, superare incomprensioni, influenzare in modo positivo e costruttivo gli altri. E, in definitiva, raggiungere il successo nei propri ambiti di attività.

Investire nella comprensione del “come” comunichiamo, prestando attenzione alla relazione, può trasformare così, in maniera radicale, l’efficacia del “che cosa” comunichiamo.

COME COMUNICARE IN MODO EFFICACE

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