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Adozione e affido. I 10 falsi “miti” da sfatare

Adozione e Affido - 10 Falsi Miti - ItaliaAdozioni - Photo Sandy-Millar-NMxdLZt-08c-unsplash

Sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori fondamentali di adozione e affido è una sfida costante.

Spesso, purtroppo, ci si imbatte in credenze e opinioni inesatte o addirittura del tutto errate.

Per superare stereotipi e pregiudizi diffusi, ItaliaAdozioni ha creato un Decalogo che evidenzia gli errori più comuni e offre chiarezza.

Perché un Decalogo per l’adozione e l’affido

Un “decalogo” è uno strumento pratico per riassumere i principi essenziali di un’attività in modo diretto e immediato, evitando ambiguità, soprattutto per chi non è del settore.

Basandosi su un’esperienza decennale di monitoraggio del web, delle notizie giornalistiche e dei social media, ItaliaAdozioni ha identificato le dieci affermazioni più frequenti e fuorvianti su adozione e affido.

Da questa analisi è nato il Decalogo dei dieci luoghi comuni sull’Adozione e sull’Affido: convinzioni ampiamente diffuse, ma totalmente false”.

Per ciascuna di queste affermazioni, l’Associazione ha fornito linformazione corretta.

Siamo consapevoli che è impossibile condensare la complessità di ogni punto in poche righe, per questo il sito di ItaliaAdozioni funge da punto di riferimento per chiunque desideri approfondire l’argomento.

Combattere la disinformazione per tutelare bambini e famiglie

Questo Decalogo rappresenta innanzitutto un’opportunità per supportare – e aiutare chiunque – a diffondere informazioni accurate su adozione e affido, contrastando le affermazioni inesatte.

Le credenze errate e i pregiudizi legati a questi percorsi sono limitanti: non solo per gli adulti coinvolti, ma hanno un impatto profondo e diretto sui bambini, che dovrebbero invece beneficiarne.

Quando si alimentano visioni distorte, si minano le fondamenta stesse del processo di adozione e affido.

Si creano barriere emotive e pratiche, che ostacolano l’incontro tra un bambino e una famiglia pronta ad accoglierlo.

Informare per cambiare

Al centro si colloca il minore con i suoi bisogni: il diritto ad una famiglia e il diritto di avere i migliori genitori possibili.

Qui si apre un mondo. Il dibattito deve essere molto più profondo di semplici slogan da tifoserie. Qual è il migliore genitore possibile per un bambino, ad esempio?

Adozione e identità: un percorso che riguarda anche i genitori

Una mamma single può soddisfare i bisogni di un bambino già deprivato di figure genitoriali buone all’origine?

Ma soprattutto, ce la fa da sola una donna (o un uomo) a portare un carico sconosciuto di responsabilità e sfide?

La narrazione prevalente sul web tende a normalizzare questa possibilità, facendo riferimento a donne divorziate o vedove “che ce la fanno benissimo”.

Tuttavia, un bambino istituzionalizzato non è uguale a uno cresciuto in un contesto familiare stabile: la sua visione del mondo è spesso segnata da esperienze traumatiche e da un’assenza di figure genitoriali riconoscibili.

Manca, dunque, quel tassello del riconoscimento immediato della figura materna o paterna che un bambino nato in famiglia ha.

Per questo è fondamentale riflettere senza estremismi: non esiste una verità assoluta, ma è necessario aprire un dialogo costruttivo tra adulti consapevoli, in cui ognuno possa portare uno sguardo diverso.

Coppie omosessuali e adottare

La questione delle coppie omosessuali nell’adozione solleva interrogativi delicati: queste famiglie possono trasmettere al bambino tutte le componenti relazionali, affettive e simboliche legate al maschile e al femminile?

In questo momento la letteratura scientifica sul tema è ancora limitata e spesso non rappresentativa.

Una distinzione spesso ignorata riguarda la stepchild adoption (in cui uno dei partner adotta il figlio dell’altro) e l’adozione piena di un minore sconosciuto, talvolta proveniente da contesti difficili, come l’adozione internazionale.

I due casi non sono sovrapponibili, e richiedono approcci diversi, soprattutto in termini di supporto al bambino.

La sfida dell’adozione internazionale di minori

Nel caso dell’adozione internazionale, il bambino affronta non solo lo sradicamento culturale, ma anche la sfida di ricostruire la propria identità affettiva e culturale.

È giusto, quindi, imporre a un minore già fragile anche il peso del riconoscimento sociale della famiglia in cui è inserito?

Non tutti i contesti sociali sono pronti ad accogliere con naturalezza realtà familiari diverse. Le differenze tra città e provincia, nord e sud, o tra contesti culturali diversi possono creare ostacoli concreti all’integrazione del bambino.

Per quanto attiene la proposta si innalzare l’età dei potenziali genitori adottandi, per far sorgere qualche perplesità basta leggere le statistiche CAI (commissione adozioni internazionali).

Nelle statistiche CAI si esplicita che il connubio ragazzini sempre più grandi (7-8 anni la media degli ultimi ingressi) e genitori sempre più attempati può portare a fallimenti adottivi dolorosi.

Adozione ed etica: una guida alla scelta più giusta

La giustificazione la società sta cambiando non regge quando si parla di minori. I temi della vita e della morte sono sempre uguali, l’etica e il rispetto per la persona sono valori fondamentali di riferimento.

Ama il prossimo tuo come te stesso, diceva Gesù. Stesso concetto ripreso dal Corano (“Nessuno di voi sarà un vero credente finchè non desidererà per suo fratello quello che desidera per se stesso”).

La gentilezza amorevole del buddismo e la pratica della non violenza dell’induismo è il riconoscimento della divinità in ogni individuo e sottolinea l’importanza della compassione, empatia e solidarietà umana.

C’è una pratica nella Mindfulness che si chiama “L’incontro con il te bambino”.

Prima di dare risposte automatiche, chiediamoci quale famiglia avremmo voluto avere noi da piccoli per sentirci davvero al sicuro.

Tempo fa su Facebook leggevo un dibattito interessante sulla figura paterna e di quanti abbiano sofferto la mancanza di una presenza maschile rassicurante nella loro vita.

Infine, adozione e affido, adozione e supporto a distanza sono concetti diversi. Parlare poi di “adozione in tempo di guerra” rischia di dare l’idea che si possa trarre vantaggio dal dolore altrui, cosa profondamente sbagliata e pericolosa.

Adozione e Affido - ItaliaAdozioni - Decalogo

I punti importanti del Decalogo su adozione e affido

I punti del Decalogo consentono una lettura chiara, veloce e immediata per chi di adozione e affido non ne sa niente.

Le diverse affermazioni però meritano di essere approfondite facendo riferimento ad alcuni focus.

Focus: secondo le serie storiche pubblicate dal Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Statistica e Analisi organizzativa, negli anni dal 2001 al 2021 in Italia sono stati dichiarati adottabili 25.527 minori, sia con genitori noti che ignoti.

Nel ventennio preso in esame sono diventati figli attraverso l’adozione nazionale 21.015 minori, ciò significa che ogni anno sono stati adottati circa 1000 minori.

Gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Statistica e Analisi organizzativa sull’adozione nazionale sono relativi al 2022.

I minori adottati sono stati 755 (a cui va aggiunto il dato del secondo semestre del TM di Torino) a fronte di 8362 domande di disponibilità all’adozione, ciò significa che per ogni minore c’erano circa 11 coppie in attesa.

Focus: l’adozione nazionale è gratuita. Per quanto riguarda, invece, le spese da sostenere in caso di adozione internazionale ogni Ente, autorizzato dal governo italiano, deve “indicare per ciascun Paese di operatività il costo richiesto alle coppie che intendano adottare un bambino”.

La CAI (Commissione per le Adozioni Internazionali) inoltre aggiorna e segue i rimborsi previsti per le spese sostenute dalle coppie per l’adozione internazionale (spese che sono anche in parte deducibili).

Focus: la legge 28 marzo 2001, n. 149 fissa la lunghezza massima dell’affido a 24 mesi, prorogabile da parte del tribunale per i minorenni laddove se ne riscontri l’esigenza.

 Focus: la legge non esclude in alcun modo le persone con patologie come la sclerosi multipla (o più in generale con disabilità) dalla possibilità di adottare.

Tuttavia, la presenza di una malattia invalidante può rendere necessari più approfondimenti nel percorso di adozione. Allo stesso modo, non esiste una legge che vieti le adozioni a chi è guarito dal cancro.

Diritto dei minori e responsabilità degli adulti

Il Decalogo di ItaliaAdozioni non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza.

È il primo tassello di un percorso di riflessione condivisa su temi complessi ed eticamente delicati, che necessitano del contributo di tutti.

Nell’articolo ne abbiamo toccati alcuni.

Ciò sottolinea l’importanza di un approccio critico e non ideologico, specie riguardo a questioni complesse come le famiglie monoparentali o omogenitoriali, dove il benessere del bambino deve prevalere sempre sul desiderio dell’adulto.

Vi sono inoltre sfide concrete legate all’età dei genitori adottandi e le significative differenze tra adozione nazionale e internazionale, o tra adozione e stepchild adoption che non possono essere trattate allo stesso modo.

È solo attraverso una riflessione collettiva, eticamente fondata e libera da pregiudizi, che possiamo costruire un futuro più giusto per ogni bambino.

Roberta Cellore

  • Roberta Cellore è la curatrice dei libri Cara Adozione (2016) e Cara Adozione 2 (2022) editi da ItaliaAdozioni. Puoi trovare i libri sul sito di ITALIAADOZIONI

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