La violenza contro i minori è un fenomeno complesso e sommerso, che compromette il futuro dei più piccoli.
Dare voce a questo silenzio – e tradurre i numeri in strumenti di cambiamento – è l’impegno condiviso da Istat e i suoi partner, come emerso nel convegno “La violenza contro i minori. Misurazione del fenomeno e strategie per le politiche di contrasto”, tenutosi a Roma nella primavera del 2025.
Progetto DORA: come misurare la violenza
In questo contesto nasce il Progetto DORA (Data integratiOn for acknowledging Risks And protecting children from violence), coordinato dall’Università di Bologna, con il contributo di Istat e altri atenei italiani, finanziato dalla Commissione Europea (programma CERV).
L’obiettivo è migliorare la raccolta e l’integrazione dei dati sulla violenza contro i minori.
Pur evocando nella sua sigla una possibile connessione con il tema della violenza di genere, il progetto si concentra sui minori come vittime dirette o indirette (ad esempio, la violenza assistita).
Gli obiettivi principali sono:
- Identificare le carenze nei dati disponibili
- Sviluppare metodologie per integrare fonti eterogenee
- Fornire stime affidabili della diffusione del fenomeno
- Migliorare la qualità e l’accessibilità delle informazioni
- Contribuire alla creazione di un framework nazionale condiviso
Un focus particolare è dedicato alle mutilazioni genitali femminili (MGF), cercando di stimarne diffusione e rischio, soprattutto tra bambine di origine straniera.
Le fonti, un puzzle da ricomporre
Le informazioni sulla violenza a carico dei minori oggi provengono da fonti diverse: forze dell’ordine, servizi sociali, ospedali, tribunali, scuole. Tuttavia, sono spesso scollegate.
I dati giudiziari, ad esempio, riguardano solo i casi denunciati, che rappresentano meno del 18% del totale. Il restante 82% resta sommerso.
Indagini indirette (campionarie e non), come quelle sulla violenza contro le donne, le chiamate al 1522 e i dati dei Centri Antiviolenza, sono fondamentali per stimare il fenomeno sommerso.
Il 94% delle chiamate di aiuto al numero 1522 proviene da donne, che diventano così una chiave per comprendere anche l’esposizione dei bambini alla violenza.
Perché è urgente studiare la violenza sui minori
La violenza ha effetti duraturi sulla salute fisica e mentale dei minori.
È dimostrato che esperienze positive nell’infanzia riducono i rischi di depressione, uso di sostanze, idee suicidarie e malattie croniche.
Investire nel benessere infantile significa investire nel futuro della società.
Le forme di violenza e chi la esercita
Secondo l’Istat, le principali tipologie di maltrattamento sono: omicidio, abuso fisico, psicologico, sessuale, trascuratezza, tratta e sfruttamento.
Mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati e violenza economica sono ulteriori forme da monitorare.
Povertà educativa e infantile, pur incidendo sullo sviluppo, non sono considerate violenza diretta.
La maggior parte delle violenze avviene in ambito familiare: genitori, parenti, conoscenti. Anche insegnanti, allenatori e operatori possono essere autori di abusi.
Meno frequenti, ma gravi, i casi ad opera di sconosciuti.
Bambine, bambini e adolescenti: chi sono le vittime
Le statistiche rivelano una maggiore vulnerabilità delle bambine e adolescenti alla violenza sessuale.
Maltrattamenti fisici e trascuratezza colpiscono entrambi i generi, così come la violenza assistita. Tuttavia, l’abuso sui maschi è spesso sottostimato.
Particolare attenzione è rivolta ai minori che vivono in famiglie con elevata conflittualità e che assistono alla violenza, così come alle famiglie fragili, incluse quelle monoparentali.
È importante riconoscere che la violenza sui minori è un fenomeno trasversale che non esclude nemmeno le famiglie abbienti.
La violenza contro i minori, sia nella sua definizione che nella sua manifestazione, va considerata in modo dinamico, rispetto al mutamento sociale.
A volte, anche gli autori minorenni della violenza e le vittime spesso non sono consapevoli della violenza agita o subita.
Va sottolineata, inoltre, l’assenza totale di dati sui bambini e bambine più piccoli.
Segnalare, proteggere, prevenire
Nonostante l’aumento delle segnalazioni (1.662 nel 2023), gran parte dei casi di violenza sui minori resta sommersa, soprattutto per i casi intrafamiliari o psicologici.
Le nuove tecnologie a livello mediatico hanno creato ulteriori modalità di abuso (cyberbullismo, pedopornografia), più difficili da monitorare.
Le strategie di contrasto alle azioni violente
Tra le azioni proposte per contrastare la violenza sui minori:
- Ascolto mirato dei minori e famiglie, con strumenti creativi (disegni, “silent books”), questionari per mamme e interviste dirette ai bambini. Anche gli adulti con problemi di salute cronici possono rivelare traumi infantili mai affrontati.
- Bilanci pediatrici come strumento di monitoraggio: le 10 visite obbligatorie tra 0 e 14 anni possono intercettare segnali d’allarme (fratture, morsi, autolesionismo, rifiuto scolastico). Tuttavia, molte famiglie non vi aderiscono regolarmente, e i dati clinici sono difficili da tradurre in statistica.
- Educazione alla legalità: percorsi scolastici e testimonianze dirette, già attivi in alcune città come Napoli, sono strumenti efficaci per sensibilizzare e prevenire.
- Contrasto al cybercrimine, attraverso l’azione della Polizia Postale, l’Osservatorio per il cyberbullismo e il numero 114 di pubblica utilità, gestito da Telefono Azzurro.
- Formazione interdisciplinare: creare un linguaggio condiviso tra professionisti e sensibilizzare le forze dell’ordine all’etica della protezione minorile.
Il Progetto DORA rappresenta un primo passo verso un sistema più integrato e funzionale per conoscere e contrastare la violenza sui minori.
Il successo del progetto, tuttavia, dipenderà da un impegno collettivo e costante.
Come forte esortazione finale dall’evento, risuona un monito: “Parliamo con i ragazzi, non dei ragazzi!“.
È un invito a tutto il mondo degli adulti a non dimenticare gli interessi dei minori, ascoltando la loro voce e agendo in modo concreto per la loro protezione dalla violenza.
Roberta Cellore
- Roberta Cellore è la curatrice dei libri Cara Adozione (2016) e Cara Adozione 2 (2022) editi da ItaliaAdozioni. Puoi trovare i libri sul sito di ITALIAADOZIONI
Video sul Progetto DORA
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