Le culle termiche, conosciute anche come culle per la vita, sono dispositivi sicuri e anonimi dove le madri in difficoltà possono lasciare un neonato in totale sicurezza.
Progettate per garantire la protezione del bambino e la privacy della madre, queste strutture rappresentano un’alternativa per chi, per motivi personali o sociali, non può prendersi cura del proprio figlio.
Il tragico caso di Bari
Il 2 gennaio 2025, la città di Bari è stata scossa dalla tragica scoperta del corpo senza vita di un neonato all’interno di una culla termicadella chiesa di San Giovanni Battista.
Secondo la ricostruzione del caso, il sistema di allarme collegato al cellulare del parroco non ha funzionato, e il climatizzatore della culla ha emesso aria fredda invece di calda, causando la morte per ipotermia.
Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e il corretto funzionamento di questi dispositivi.
Parto in anonimato e normativa italiana
Il parto in anonimato è un diritto garantito dall’art. 30, comma 2, del DPR 396/2000. Le donne che scelgono questa opzione ricevono assistenza medica e giuridica senza che il loro nome venga registrato.
L’anonimato garantisce protezione alle madri e tutela i neonati, offrendo loro la possibilità di essere affidati a famiglie adottive.
Le culle per la vita rappresentano un’estensione di questo principio, consentendo l’abbandono sicuro e anonimo del bambino.
Storia delle culle per la vita
Le origini delle culle termiche risalgono alle “ruote degli esposti” del XII secolo. Il primo esempio documentato è del 1188 in Francia, seguito poco dopo dall’Italia con la ruota degli esposti all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, a Roma.
Questo sistema fu ampiamente utilizzato fino alla seconda metà del 1800, quando le ruote iniziarono a essere progressivamente abolite.
Nel 1992, il concetto fu ripreso con i “cassonetti per la vita”, grazie all’impegno del Movimento per la Vita di Casale Monferrato.
Culle termiche in Italia: numeri e ospedali
Attualmente in Italia si contano circa 60 culle termiche, distribuite in 15 regioni. Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Trentino Alto Adige ne sono sprovviste.
Per un elenco completo delle culle per la vita attive, si consiglia di consultare fonti ufficiali come il sito web di Culle Per La Vita.
Come funzionano le culle per la vita
Le culle termiche sono dotate di sistemi di sicurezza avanzati. Premendo un pulsante, la nicchia si apre e permette di depositare il neonato in un ambiente riscaldato e protetto.
Le telecamere monitorano solo la presenza del bambino, garantendo l’anonimato della madre.
Sensori interni inviano un segnale al personale sanitario, attivando un immediato intervento medico.
Il malfunzionamento della culla di Bari
Le indagini sul caso di Bari hanno evidenziato alcuni problemi tecnici. IL primo è il guasto ai sensori del tappetino che non hanno rilevato il peso del neonato e non hanno attivato l’allarme. E quindi la comunicazione al parroco.
Il secondo, il climatizzatore malfunzionante: invece di riscaldare l’ambiente, ha diffuso aria fredda, provocando ipotermia.
Questi errori hanno sollevato dubbi sull’affidabilità e la manutenzione delle culle termiche, richiedendo maggiore attenzione da parte delle istituzioni.
Opinioni a confronto: sostenitori e contrari
Le culle per la vita dividono l’opinione pubblica. I sostenitori evidenziano:
- Diritto alla vita: evitano che neonati vengano abbandonati in luoghi pericolosi.
- Scelta responsabile: offrono una soluzione per madri che non possono crescere il bambino.
- Anonimato e sicurezza: garantiscono protezione sia alla madre che al neonato.
I contrari, invece, sollevano critiche su:
- Diritto del bambino: il neonato ha diritto a conoscere le proprie origini.
- Alternative migliori: il parto in anonimato in ospedale e il supporto alle madri in difficoltà.
- Possibile incentivo all’abbandono: temono che possano rendere l’abbandono una scelta “facile”.
Servono supporti alle madri in difficoltà
Le culle per la vita, regolamentate dalla legge italiana, rappresentano una soluzione estrema per evitare abbandoni pericolosi.
Tuttavia, non devono sostituire il supporto sociale e psicologico alle madri in difficoltà.
Il caso di Bari sottolinea l’importanza della manutenzione e del monitoraggio costante di questi dispositivi, per garantire sicurezza e prevenire tragedie simili in futuro.
È mio parere che la decisione di utilizzare o meno una culla per la vita è personale e spetta unicamente alla madre.
È una scelta difficile, che va ponderata con cura e consapevolezza e mai criticata perché per capire veramente una persona è necessario conoscere la sua storia.
Come nota positiva si ricorda la vicenda di Enea, che nel 2023 è stato lasciato al Mangiagalli di Milano ed è stato accolto da una nuova famiglia che ora si prende cura di lui.
Questo grazie anche alla mamma che ha deciso di affidarlo alla culla per la vita del Policlinico.
Roberta Cellore
- Roberta Cellore è la curatrice dei libri Cara Adozione (2016) e Cara Adozione 2 (2022) editi da ItaliaAdozioni. Puoi trovare i libri sul sito di ITALIAADOZIONI
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