Negli Usa come in Italia. In Sud America come in Medio Oriente, come in Nord Europa. L’immigrazione – tema globale legato alle condizioni economiche e ambientali – diventa sempre più uno strumento avvelenato di lotta politica.
A pagarne le conseguenze sono gli strati meno agiati della popolazione dei diversi Stati.
Possiamo dire che le élite di Destra – legate agli affari delle forme più becere e illegali di capitalismo – sfruttano la paura dell’immigrazione con un preciso obiettivo: alimentare l’insicurezza, già presente per le guerre raccontate dai media, e in questo modo controllare le persone, manipolandole culturalmente e politicamente.
Persone impaurite sono più facili da convincere ad accettare un certo assetto sociale ed economico.
Creare il capro espiatorio – identificato nei migranti – è una mossa formidabile per distrarre l’attenzione dalle cause dei problemi, per portare fasce intere di cittadini a temere e ad odiare i migranti.
Siamo al solito schema della guerra tra poveri. O comunque tra chi ricco non è, a causa delle scelte fatte dalle élite del capitalismo e del libero mercato, e chi emigra per scappare da guerre, lotte civili e miseria economica.
Élites e criminalizzazione dei migranti
L’aspetto inquietante è che le guerre in giro per il mondo, le lotte civili e la miseria economica sono alimentate – quando non evitate – proprio dalle élite politiche della Destra e dei sovranisti. Quelle élite che alimentano la paura, l’odio tra i popoli e la criminalizzazione dei migranti.
Un aspetto sconcertante, poi, è che proprio chi soffia sul fuoco dell’insicurezza, della paura e dell’odio verso i migranti – considerati portatori di crimini, miseria e disordine – alimenta i traffici illegali: dalla droga alle armi, dagli esseri umani al contrabbando di prodotti.
Ne è un esempio il caso del confine tra Messico e Stati Uniti, bene rappresentato – con il richiamo ai traffici illegali di Fenatyl e di narcotici – da un servizio video del quotidiano britannico Guardian.
Come scrive il settimanale Internazionale, negli ultimi anni gli ingressi illegali delle persone migranti alla frontiera tra Messico e Stati Uniti hanno raggiunto livelli da record.
Con le elezioni presidenziali statunitensi del novembre 2024, l’immigrazione è al centro del dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca.
Disinformazione e paura delo “straniero”
Donald Trump continua a diffondere teorie razziste e complottiste, promettendo la deportazione di milioni di persone, mentre Kamala Harris assume posizioni sempre più moderate per cercare di convincere gli elettori indecisi.
I giornalisti del quotidiano britannico Guardian, Oliver Laughland e Tom Silverstone, sono andati al confine meridionale dell’Arizona con il Messico per distinguere i fatti dalla disinformazione.
I due giornalisti hanno voluto scoprire cosa pensano gli elettori repubblicani e democratici che vivono vicino alla frontiera. E raccontare, inoltre, cosa succede alle persone migranti che arrivano negli Stati Uniti in cerca di una vita migliore.
Qui puoi vedere il servizio video, con la traduzione a cura di Internazionale:
Il servizio del Guardian, in lingua originale su YouTube
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