L’Intelligenza Artificiale (IA) è davanti a noi, attorno a noi e anche dentro di noi da anni.
Ora ce ne accorgiamo perché pure noi, comuni mortali, possiamo utilizzarla, dopo che è stata impiegata nei sistemi tecnologici, nella comunicazione sui social, nella proposta di un libro su Amazon.
Il fatto che l’intelligenza artificiale stia trasformando – da anni – il nostro modo di vivere e di relazionarci, solleva una serie di questioni etiche che meritano di essere analizzate e considerate.
Negli ultimi tre anni, la ricerca accademica sulle implicazioni etiche dell’IA ha conosciuto una significativa espansione.
È stata del resto stimolata dal rapido progresso tecnologico e dall’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale in settori sempre più diversificati.
Principi etici nei sistemi di Intelligenza Artificiale
La letteratura accademica degli ultimi tre anni ha esplorato i principi etici che dovrebbero guidare lo sviluppo e l’implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale.
Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica all’Università di Oxford e di Sociologia della cultura e della comunicazione all’Università di Bologna, sostiene che “l’intelligenza artificiale costituisce un divorzio senza precedenti tra l’intelligenza e la capacità di agire“.
Siamo di fronte a un divorzio, osserva Floridi, “tra la capacità di portare a termine compiti o risolvere problemi con successo, in vista di un dato obiettivo, e il bisogno di essere intelligenti per farlo”.
Questa visione mette in luce come le macchine si siano elevate al rango di “agenti morali autonomi”, capaci di operare senza un diretto controllo umano.
Nel 2023, Raffini e Gorrieri hanno pubblicato un articolo sulla rivista Bioetica, in cui esplorano le questioni etiche legate all’intelligenza artificiale, affrontando una serie di temi:
- la privacy nell’uso dell’iA
- i bias algoritmici
- la trasparenza dei processi di IA
- l’equità sociale
- il trattamento dei lavoratori
- l’umanizzazione degli assistenti virtuali
- le applicazioni in ambito medico
Il loro lavoro ricostruisce la storia dell’intelligenza artificiale come disciplina e ne fornisce una definizione, per poi focalizzarsi sull’etica dell’IA, sulla sua specificità nel campo dell’etica e sui principi generali che dovrebbero guidarla.
Una delle iniziative più significative nel campo dell’etica dell’IA è rappresentata dal “Rome Call for AI Ethics”, un manifesto che propone cinque principi fondamentali:
- trasparenza
- inclusione
- responsabilità
- imparzialità
- affidabilità
Questo documento, firmato nel 2020 da rappresentanti di Microsoft, Ibm, Fao e altre istituzioni, affronta i principi etici in tre ambiti principali:
- l’etica stessa, intesa come impegno per la realizzazione di condizioni di vita che permettano la piena soddisfazione di sé;
- la formazione, come sviluppo di curricula interdisciplinari;
- il diritto, affinché lo sviluppo dell’IA si traduca in norme che tutelino persone e ambiente
Etica, formazione e diritto rappresentano così tre campi di studio e riflessione fondamentali quando si vada oltre il mero uso tecnologico dei sistemi di intelligenza artificiale.
Linee guida per l’Intelligenza Artificiale
L’Unesco ha prodotto una Raccomandazione sull’Etica dell’Intelligenza Artificiale che rappresenta il primo strumento internazionale, sebbene non vincolante, ad affrontare questo tema in modo comprensivo.
Il documento dell’Unesco indica quattro valori fondamentali che dovrebbero ispirare i sistemi di intelligenza artificiale:
- rispetto
- protezione e promozione dei diritti umani
- vivere in società pacifiche e interconnesse
- garantire diversità e inclusione
- salvaguardare ambiente ed ecosistema
A questi valori si accompagnano dieci principi, tra cui proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati, trasparenza e supervisione umana delle decisioni.
Anche le Nazioni Unite hanno rilasciato principi etici per l’intelligenza artificiale, che includono umanità, giustizia, trasparenza, responsabilità, non danneggiamento, privacy e protezione dei dati, e sostenibilità ambientale.
Questi principi sottolineano come l’IA dovrebbe essere sviluppata per migliorare il benessere umano, garantendo equa distribuzione dei benefici, comprensibilità delle decisioni affidate agli algoritmi e responsabilità per le conseguenze dell’uso di queste tecnologie.
È fondamentale, possiamo concludere, insistere nella riflessione sull’uso dell’intelligenza artificiale nei suoi tre aspetti fondamentali:
- le conseguenze sul ruolo di noi umani in un sistema sociale, economico e tecnologico che si affida in modo massiccio all’intelligenza artificiale
- le conseguenze sul piano sociale, climatico e politico derivanti dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale
- le implicazioni che l’intelligenza artificiale può avere per l’inclusione, il rispetto della diversità culturale, la libertà di pensiero e di espressione, e la giustizia sociale
I diversi volti dell’IA e le conseguenze su noi umani
È indubbio che l‘impiego dell’intelligenza artificiale può accrescere la produttività economica, agevolare la ricerca e la riflessione, ampliare le possibilità di giustizia sociale.
È altrettanto indubbio che la stessa intelligenza artificiale possa rendere sudditi quelli che dovrebbero essere cittadini.
Essa può omologare il pensiero e la cultura agli interessi dominanti; e in più accrescere le ingiustizie e le discriminazioni.
Sta a noi la scelta. Per citare il filosofo Soren Kierkegaard nella sua opera Aut-Aut, “esistere significa ‘poter scegliere’; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensì la miseria dell’uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma.”
La libertà – intesa come la capacità di scegliere – è così allo stesso tempo la condizione esistenziale fondamentale; e il peso ineludibile che porta con sé l’angoscia e la responsabilità di definire se stessi.
Tutto questo vale per le scelte esistenziali fondamentali, per le decisioni di tutti i giorni. E vale anche per gli aspetti etici dell’intelligenza artificiale.
Maurizio Corte
*** La scelta delle fonti per scrivere questo testo è stata supportata da Perplexity, uno strumento di ricerca di paper accademici basato sull’Intelligenza Artificiale. Le riflessioni fondamentali sono, però, dell’autore
*** Foto di copertina di Gerd Altmann da Pixabay
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